Sempre a fronte alta… Circo Massimo!
Nei tempi che furono, il Circo massimo, così come il Colosseo, come l’Arena di Pola o quella di Nimes, piuttosto che chissà quanti altri posti al mondo, erano sede di combattimenti tra gladiatori, tra lottatori…tra gente che aveva gli zebedei di marmo e sapeva come utilizzarli…
Si lottava per la vita e la morte ed il pubblico ruggiva ad ogni stilla di sudore o ad ogni schizzo di fango…Erano tempi in cui l’onore, contava più dell’onere, tempi in cui andava avanti chi reggeva il ritmo struggente degli anni che passavano tra una carestia, una guerra o un terremoto…
Oggi, il circo è tutta un’altra cosa e tra un gioco di luci ed un rullo di tamburi, sono i clown ad essere protagonisti della scena e degli applausi di chi assiste allo spettacolo.
E’ cambiato tutto ma non le guerre, le disgrazie, le carestie…è cambiato anche il calcio ed il suo mondo che ha accolto con entusiasmo l’arrivo della tecnologia, dei magnati dei petro-dollari, della globalizzazione delle rose di giocatori a disposizione, degli orari e dei giorni in cui disputare le partite….e sono cambiati i tifosi che amano più la tv che lo stadio, che discutono più sui social che per strada, che giudicano senza neanche guardare ma per sposare la tendenza del momento.
A molti, tutto questo piace assai…a qualcuno ancora meno di poco e non si rassegnano a questo che viene chiamato vento del progresso ma che sembra proprio una grandinata di castronerie che nulla hanno a che vedere con il calcio stesso.
In questo contesto, che sicuramente è abbondantemente fuori tema rispetto alla premessa iniziale a chi ha una squadra nelle vene o arterie che confluiscono al centro del cuore, ci sono scene che rimangono scolpite nella mente ogni qualvolta si ripetono, specie se certi fatti, sono già fastidiosi di proprio, come può essere una sconfitta inopinata e subita in un campo di periferia piuttosto che contro una squadra da battere anche giocando in 5 contro 11….
Una delle scene più penose a cui si possa assistere, alla fine di una partita , è quella della processione degli arditi mutandoni verso la curva dei propri tifosi per mettere in atto la farsa delle scuse da accampare in virtù di prestazioni inguardabili, ingiustificabili, irrispettose, irriguardose…
Con quei visi smarriti e falsamente dispiaciuti, con quelle maglie nemmeno sudate o sporche di fango, con quella premura di correre nello spogliatoio per farsi una doccia calda e profumata, con quella frenesia di controllare il conto in banca per verificare se è già arrivato l’accredito del proprio lauto stipendio …..eccoli lì radunati come pecore a subire le grida, le offese e le minacce di tutti coloro che credono nell’appartenenza piuttosto che nell’onore, di coloro che sognano vittorie anzicchè mangiare speranze, che sacrificano tempo e denaro, per inseguire un traguardo e difendere una bandiera piuttosto che una categoria.
I giocatori sanno di dover recitare questa sceneggiata del dispiacimento e del pentimento, per evitare contestazioni più dure e per evitare che le responsabilità di un disastro sportivo ricadano sulle spalle di chi tale disastro lo ha gestito in giacca e cravatta e con colpevole anticipo.
I giocatori sanno che non sarà né la prima né l’ultima volta che leggeranno nel copione della trama di questa farsa, ciò che dovranno dichiarare, dire e pensare… perché questo gli impone chi comanda, chi gestisce , chi amministra.
Quando arrivano le interviste, poi, se una domanda è troppo scomoda, si allontana il giornalista piuttosto che replicare, ma tanto, la scaletta le domande scomode non è ammessa e tutti sono già d’accordo in partenza su cosa si deve discutere….
Torna così alla ribalta la premessa iniziale nel corso della quale ho voluto velocemente distinguere i diversi modi di intendere il circo…tra chi combatteva e chi recita, tra chi sudava e lottava e chi è destinato a fare ridere piuttosto che piangere .
Il calcio di una volta, non esiste più e lo spettacolo a cui si sceglie se decidere di assistere o meno, è controllato dai droni, dalle cripto-valute, dalla globalizzazione degli interessi dei più ricchi…A chi volete che possa importare se c’è gente che non si rassegna e sostiene un ideale che si basa su passioni e sogni.
Il presente ci ha già regalato pure l’intelligenza artificiale, forse per bilanciare la cretinaggine mondiale, il futuro, ci regalerà ancor di peggio e la cosa su cui riflettere, è proprio quella che ci sarà gente contenta ed affascinata dell’ennesima conquista!!
Io non ci sto.
…Ricordo quand’ero fanciullo…sognavo una maglia ed un pallon…Adesso che sono cresciuto…guardando la curva che canta….io provo la stessa emozion…
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