Sempre a fronte alta… Concorso di colpe gravi
Ancora un fallimento, ancora una sconfitta, ancora un amarezza, ancora una delusione. Questo è stato il lunedì di pasquetta per i tifosi palermitani ed a questo punto non si può che ribadire un concetto già annunciato proprio su questa mia stessa rubrica e cioè di chi è la colpa?
Eh già, partecipare al gioco del tiro a bersaglio denominato “CORINI OUT” non è per me intelligente e necessario!! Anzi è utile solo per chi si vuole nascondere dietro questo facile paravento.
Secondo infatti una mia personale valutazione, le colpe di una situazione così deprimente, quale la disputa di questo insulso campionato, sono da spartire, in egual misura, sulla testa di almeno quattro soggetti e cioè: l’allenatore, la squadra, la società ed il tifoso.
Il primo ma non l’unico responsabile – già condannato a furor di popolo ed a giusta valutazione – è capitan Corini, che ha dimostrato, in due anni di permanenza sulla panchina, di non averne azzeccata una. Aldilà degli schemi di gioco sempre oscuri, aldilà di una tenuta atletica, dei mutandoni in campo, sempre precaria, aldilà di una gestione di spogliatoio farlocca, aldilà di una serie di giustificazioni sempre inutili, aldilà di un “percorso” sempre irrealizzabile… il prode Eugenio, ha bruciato tutto l’amore della gente di Palermo, che lui stesso aveva conquistato nel suo brillante percorso da giocatore rosanero, allorquando – si a quel tempo – dirigeva magistralmente le trame di gioco della sua squadra. Domani – forse – ci smentirà ed andrà ad allenare pure la nazionale italiana vincendo chissà quale trofeo mondiale, ma qua a Palermo, il ricordo che sta lasciando è così brutto, da dimenticarlo subito.
Ma sarebbe troppo stupido dire che sia lui l’unico colpevole…
Sul banco degli imputati, dobbiamo quindi trascinare anche l’intera squadra che, potenzialmente, è stata costruita per vincerlo questo campionato ed invece si ritrova a vivacchiare nel centro di una classifica che non significa proprio nulla, raccogliendo una serie di brutte figure, che hanno veramente stancato ( per essere educati) pure i più oltranzisti dei suoi sostenitori.
Una squadra che non ha le palle per essere considerata come un gruppo di professionisti, una squadra della quale si narrano più le spaccature nello spogliatoio che le feste di famiglia, una squadra che non ha fondato sull’onore da difendere la sua filosofia di gioco, una squadra che nessuno avrà mai il rimpianto di ricordarsela a lungo, una squadra che non ha saputo rispettare i colori che indossa, una squadra che – nascondendosi dietro delle faccie di bronzo, che sanno chiedere scusa ogni dieci minuti – non ha rispettato la gente che per essa si è sacrificata in ogni dove, in ogni quando. Una squadra di cui vergognarsi.
Ancora colpevole è la società del City Group, che non ha saputo gestire una tal situazione di sconquasso. Dall’alto della sua potenza economica, dall’alto della sua efficienza ed organizzazione, dall’alto della sua maniacale ricerca della perfezione non ha saputo ( – o voluto …) gestire le emozioni dei tifosi, accostandosi a quella passione, a quei sogni, a quelle speranze che una piazza come Palermo ha bisogno di creare, cullare, coltivare. Così facendo, la stessa proprietà, ha bruciato gli investimenti fatti, che hanno visto naufragare miseramente le belle speranze di giovani strapagati, che oggi, anziché accrescere il loro valore, si ritrovano in una crisi esistenziale che li farà fuggire lontano. Vero è che nulla si può rimproverare al City group circa la gestione dello stesso futuro che ha visto completare la costruzione di un centro sportivo ( impensabile per Palermo), rattoppare le crepe di uno stadio che cade a pezzi, creare un immagine promozionale che ha varcato i confini dell’intero pianeta terra grazie a influencer, sponsor, e chi più ne ha più ne metta…ma il calcio della gente è un altra cosa e se neanche arrivano i risultati non serve proprio a nulla specchiarsi della ricchezza degli altri.
E questo è un comun denominatore uguale per tutte le multi-società che hanno varcato la soglia dello sport, impossessandosi delle stanze dei bottoni e delle cassaforti degli stadi..ma il fatto che succeda a Palermo come a Milano o Londra o Parigi non rende la cosa meno grave e dolorosa, considerato che almeno nelle altre città qualcosa lo si è vinto e lo si continua a vincere!!!!
Talune scelte come ad esempio quella dell’allenatore operata con gli algoritmi o con le formule magiche, non sono risultate per nulla azzeccate e se in futuro non si darà una sterzata, c’è da scommettere che l’idillio creato, naufragherà con un boato fragoroso.
Lo stare lontano dalla gente e andare contro la volontà del popolo è già una colpa grave che questa società forse neanche si rende conto di avere commesso e questo, è ancora peggio di avere sbagliato.
In ultimo, sul banco degli imputati devono sentirsi i tifosi che sono stati sin troppo teneri nel giudicare la squadra, nel giustificare l’allenatore, nel credere nella società.
E quando si parla di tifosi non ci si riferisce a quelli da tastiera e con la doppia o tripla fede attaccata al collo, piuttosto a quelle migliaia di ultras e di fedelissimi che hanno popolato lo stadio di Palermo e riempito i settori ospiti di tutti gli stadi d’Italia.
Il vostro “ siamo sempre con voi” è stato calpestato ed umiliato.. dalla squadra al completo, il vostro amore è stato ignorato dall’intera società…il vostro senso di appartenenza è stato l’inutile scudo per questi signori che non si sono mai dimostrati dei fedeli servitori della causa rosanero.
Nonostante tutto quello che avete speso in soldi, sacrifici, tempo….siete sempre stati ripagati con delle false attestazioni di pentimento e voglia di rivalsa che questa squadra in verità non ha mai avuto. E questo non è tollerable, perché mentre tutti quanti smaltiscono la propria delusione seduti sul divano o aggrappati ad un drink…voi ancora viaggiate per tornare a casa.
La vostra rabbia, se adeguatamente manifestata a tempo dovuto, avrebbe dimostrato a questi signori che non siete per nulla fessi e forse l’andazzo sarebbe cambiato..
Lo avete difesi ad oltranza e loro si sono nascosti dietro di voi.
La strada per buttare un altro anno al vento è già segnata ed ancora una volta il rimpianto più grosso è il capire e il sapere che poteva e doveva andare diversamente.
Paolo Rizzo
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