Sempre a fronte alta – Il tempo è galantuomo
Erano i tempi dello sconforto, l’amato Palermo sprofondava e le magagne finanziarie lasciavano intravedere soltanto oscuri scenari, accentuati dalle sceneggiate di quegli avventurieri che si vantavano di avere la scienza infusa per cambiare le cose.
Si parlava di cordate, di magnati stranieri e di re mida italiani, ma, ogni giorno che trascorreva, i tifosi capivano bene che era tutto tempo perso e che l’agonia era peggio della distruzione.
Tatuaggi, tuniche e turbanti, arrivi in elicottero….chi aveva orientato l’attenzione verso il Palermo, non si faceva mancare nulla…tranne che i soldi per realizzare l’affare.
Zampadilegno sempre più distante dalle vicende rosanero frattanto aveva delegato la sua segretaria a trattare gli affari in porto, mentre la guardia di finanza sequestrava carte e cartoni come se nulla fosse.
A Roma, come al soliti si infieriva sulle vicende palermitane e non erano pochi quelli che godevano della caduta proprio di zampadilegno, in virtù di tutti i conti in sospeso ( non economici) che aveva lasciato in giro per l’italico stivale…
Tutto ad un tratto, due oriundi palermitani, rispondenti ai fratelli Tuttolomondo, si facevano avanti con risolutezza per salvare la barca – oramai sugli scogli e con una entrata teatrale e smargiassa compivano il grande passo di acquistare le quote della società di viale del fante o meglio di rilevarne i debiti, considerato che ormai il valore nominale delle stesse era tendente a zero assoluto.
Della storia delle mail pirata e delle fidejussioni fasulle ancora se ne parla, sta di fatto che ben presto anche questa buffonata si sciolse come neve al sole e il Palermo, che sembrava orientato verso un salvataggio in extermis con capitali americani, implose senza pietà.
Una storia che i tifosi rosanero avevano già vissuto nel passato e che aveva significato il fallimento sportivo di tanti anni di sacrifici, la radiazione dal calcio giocato, la discesa negli inferi del dilettantismo, sempre che qualcuno si fosse caricato l’onere della resurrezione.
A differenza della prima disfatta, questa volta però la piazza ha affrontato quasi silente la disgrazia capitata e aldilà di cori, slogan e siti web intasati, questa volta, la morte del calcio a Palermo, era passata quasi nella indifferenza di tutti, pure dei sempre colpevoli ed assenti politici.
In quei giorni di rabbia, incredulità e stupore, dove si era passati dalla possibilità di un ritorno in serie A – misfatti di Frosinone a parte, alla domenica libera per tutti …strisciati esclusi, ma quella è un’altra storia e si sa.
Nell’attesa degli eventi annunciati che parlavano nientepopodimenoche di una serie D concessa per compassione…erano solo i ricordi dei campioni schierati in campo in un recente passato ad alleviare le pene dei tifosi, ma non certo a riempire le pancie di tutti quegli addetti ai lavori e dell’intero indotto, rimasti a spasso.
Tra una offerta ed un altra di rivincita e di risalita, era così giunto il tempo di far ripartire gli ingranaggi e con umile passo, l’ambito dei dilettanti, è stato il palcoscenico che ha illuninato la retta via, sino a quando il Covid l’ha concesso.
Fortunatamente la promozione era cosa già fatta e conquistata sul campo e quindi almeno il primo passo era stato compiuto vedendo la rinascita della società, la promozione in serie C, la presenza dei tifosi sugli spalti ed il ritorno dell’interesse verso l’amato Palermo.
Il tornare a parlare di calcio giocato e di compravendita di giocatori o di sponsor da piazzare , in alto o in basso, sulle maglie, è stato sinceramnete un toccasana anche verso le ben note vicende sanitarie che tanto stanno colpendo l’universo planetario.
Ma una partita ancora aperta, restava sempre da giocare per i veri tifosi rosanero e cioè quella della rivalsa verso quella banda di truffatori, che infierirono senza pietà verso le sorti della società di viale del fante, incuranti di tutto l’amore, la passione e la fede della gente, verso quei colori unici e magici.
Ma il denaro si sa acceca chiunque ed ad ora di interessi neanche il vincolo familiare si salva…La gente tutto sommato aveva covato dentro la rabbia per l’ennesimo sopruso subito, per l’ennesima umiliazione patita, per la privazione di un passatempo genuino e diffuso…quindi l’attesa per chiudere questa partita andava ben aldilà di 90 minuti o di un intero campionato.
Alla notizia delle indagini e del successivo arresto dei Tuttolomondo e di qualche altro adepto, non si sono sparati i giochi pirotecnici soltanto perché siamo in regime sanitario protetto, ma la soddisfazione è esplosa comunque sul web e ….”nessuno si è mostrato preoccupato”…..di esagerare proprio come sgignazzava qualche tempo fa uno del clan ammazzacalcio.
Le notizie oggi continuano a filtrare e le note di cronaca che parlano di sequestri di beni e di casseforti varie, sono ben accette da chiunque, proprio perché quella partita per i palermitani veraci è ancora aperta e si concluderà soltanto quando i conti saranno pareggiati.
Per pervenire al pareggio però non basta che siano raggiunti i colpevoli che oggi sono alla gogna bensì che la vera giustizia colpisca anche tutti gli altri personaggi che a vario titolo sguazzavano in quella pozzanghera di fango che li ha resi protagonisti di passarelle mediatiche e di interpretazioni farsesche di cui ancora oggi i tifosi ne ricordano la tracotanza e la meschinità.
L’Aquila è tornata a volare e di questo non deve ringraziare nessuno se non la propria forza che sta nelle ali che molti hanno pure piegato, ma mai spezzato.
Paolo Rizzo
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