Sempre a fronte alta – Il Grande circo di Roma
Rubrica di Paolo Rizzo
Perugia, Benevento, Pescara, Spezia…..una ad una son tutte cadute, vittime della maledizione della giustizia, delle regole da rispettare, della legalità…di quelle loro stesse teorie su cui fondavano il processo di distruzione del Palermo calcio.
Già una sorta di legge del contrappasso che finisce sempre con il ritorcersi contro chi ha scatenato questa ingiusta causa verso i colori rosanero.
Prima di loro altre vittime illustri avevano subito la stessa sorte come ad esempio quel Frosinone tronfio e villano che aveva sfruttato mezzucci estremi pur di approdare alla agognata serie A…tranne poi fare frettolosamente ritorno in quella cadetteria che già larga gli sta…
Ma questa famosa legge del contrappasso ha punito anche singoli personaggi quali ad esempio Chevanton in un lontano passato, o un certo Clemenza in un recente trascorso, o chissà quanti altri, che alla fine hanno pagato la loro superbia di rifiutare la maglia rosanero con lunghe soste ai box per infortuni vari…
Così come ancora si maledicono le mani tutti quei tifosi catanesi che festeggiarono la discesa in B del Palermo con insolenti cartoncini… da quel giorno in poi quante disgrazie ha subito la loro squadra non è possibile nemmeno raccontarle…
E’ come se ogni volta che la squadra del Palermo subisce un torto, nulla si muove per evitarlo, ma subito dopo scatta una vendetta affidata alla sorte, che ristabilisce un equilibrio tra giustizia e legalità, tra regole e sopprusi…proprio come quelle richiamate da taluni ceffi da novanta che, nell’ultima sentenza, hanno voluto sbeffeggiare Palermo, la sua città, la sua squadra, i suoi tifosi, in virtù di una esecuzione bieca e violenta che certamente, se confermata, metterà a rischio finanche la sopravvivenza del calcio nel capoluogo più bello di Sicilia.
Sarà casualità, sarà coincidenza, ma l’animo nobile della casacca che fu dei Whitaker non lascia scampo a nessuno allorquando la prepotenza, l’arroganza, l’ignoranza, la cattiveria, si prende gioco di chi, sotto il manto benevolo di Santa Rosalia, si prodiga di mandare avanti una tradizione pallonara nata e cresciuta da più di cent’anni ed arricchita non tanto di successi sportivi, bensì di gocce di sudore e sonanti battimani, di eroici sacrifici e di piccole soddisfazioni.
Ora tutti i panormiti abitanti aspettano al varco la Salernitana e quel Lotito che tanto si è riempito la pancia di smargiassate storielle e gonfiato il petto di inutili scuse ed accuse, pur di salvare se stesso e la sua società , ed abbattere la vittima sacrificale di turno…
Da lassù la condanna è stata già emessa e si tratta solo di aspettare quel tempo che è stato sempre galantuomo nel raggiungere il nemico fuggente e imbarazzato da cotanta furia…
Frattanto la frittata è stata rigirata un’altra volta e il giudice di turno ha acconsentito a metterci una pezza salomonica facendo un paio di passi indietro. La prima volta annullando la decisione di non far disputare i play-out (grazie all’intimazione del Tar) e poi di penalizzare il Palermo di 20 punti, tanti quanti bastevoli per privare la squadra dei rosanero della disputa dei play-off. Delle due l’una o il Palermo era colpevole prima e quindi andava confermata l’estrema sanzione oppure era innocente da subito e non andava applicata alcuna sanzione..aldilà dei paragoni con le sanzioni applicate alle altre società anche in un recente passato. I dubbi quindi restano e se da una parte la città di Palermo brinda al catastrofico pericolo scampato (parliamoci chiaro la retrocessione avrebbe portato al fallimento della società aldilà delle rassicurazioni del caso), permane il dubbio di essere stati vittima di un losco giro che coinvolge le alte sfere di Roma e …di Palermo (impersonificato con qualche rapace avvoltoio che voleva fare il colpaccio di acquisire i resti della società a costo zero) che avevano come obiettivo quello di creare il caos giusto per camminare sulle ceneri….
La chiosa finale la dedichiamo al mondo della politica che in occasione della scandalosa sentenza sul Palermo, fece a gara per mettersi in mostra con dichiarazioni di fuoco a difesa della città della squadra e dei tifosi, salvo poi non concludere niente e scomparire nel nulla, abbandonando la casacca rosanero ai venti di burrasca che da sempre spirano e cospirano contro. Come già scritto in passato, caro tifoso del Palermo ricordati sempre che nasci e vivi solo e nessuno mai ti porgerà l’altra guancia bensì avrà pronto l’altra pedata….
Frattanto il calcio, quello sport che recentemente Papa Bergoglio ha osato definire come lo sport più bello del mondo continua a perdere credibilità ed a rendersi ridicolo agli occhi di chi ancora ci crede e ci spera. Tra gli ultimi episodi da cineteca, narriamo ciò che è accaduto a Milano, presso lo stadio san Siro-Meazza, nell’olimpo degli dei del pallone, dove innanzi alla gloriosa Internazionale si ritrovava l’umile Empoli. La prima in cerca di una vittoria per accedere alla Champion League – ultimo falso obiettivo di una stagione fallimentare che l’ha vista essere eliminata dalla poule scudetto, dalla Coppa Italia, dalla Champion League e dall’Europa League – la seconda in cerca di raccattare qualche punticino per evitare la retrocessione.
Una partita aperta, leale, impari visto la forza delle rispettive squadre in campo e dei rispettivi conti in banca dei professionisti in magliette e mutandoni, dove il risultato è rimasto in bilico per lunghi tratti della disputa. Poi ad un certo punto, i nerazzurri sono passati in vantaggio e tutto è tornato come la legge del più forte impone anche nello sport. Eppure quella improvvida banda di ragazzini agli ordini di Mr Andreazzoli hanno avuto il coraggio di reagire e di rimettere in gioco tutto, pareggiando i conti. Il gigante della vecchia manita, colto di sorpresa e offeso da cotal reazione, ripresosi dal macigno balzato sul suo capo, ha ripreso a pressare in attacco fin quando a circa dieci minuti dal termine della partita, è tornato in vantaggio tra il tripudio della sua gente, orgogliosa di avere schiacciato nuovamente quella banda di ragazzini….Ma quegli stessi ragazzini non hanno mollato la presa ed hanno tentato sino al termine l’impresa di riuscire a recuperare anche se….anche se….dalla panchina nerazzurra, hanno tentato di ostacolarli lanciando un pallone in campo, per perdere tempo e per fermare le loro trame offensive in zona di pericolo estremo per la difesa nerazzurra….
Evidentemente la scuola Frosinone ha fatto effetto e gli insegnamenti messi in atto sul campo del Benito Stirpe, tacitamente accettati, giustificati e nascosti dalla lega proprio in occasione dei play off dello scorso campionato, hanno fatto presa pure e finanche sui campioni pluridecorati dell’Internazionale che fu di Mazzola, Facchetti, Burgnich, Ronaldo, Meazza…..
Pur di salvare una stagione, il vile gesto di laciare un pallone in campo per confondere gli avversari è lecito, è giustificato, è previsto e poco conta se dinanzi c’è una squadra di ragazzini che si gioca la sua sopravvivenza, la sua stagione fatta di sacrifici e di pochi spiccioli in banca, di lacrime sudore e dignità….
Se da una parte plaudiamo al cronista ed al prode allenatore di turno che ha avuto il coraggio di narrarci questa lercia verità, dall’altro lato, già immaginiamo l’universo pallonaro nerazzuro, pronto a gioire per lo splendido risultato raggiunto ed a giustificare quella improvvida mano che inavvertitamente ed innocentemente ha lanciato il pallone in campo, non certo per arrecare danno o fastidio alcuno…anzi sembrerebbe proprio che sia stato un’ignoto raccattapalle a compire tal gesto e che subito sia stato prontamente redarguito ed allontanato dagli esemplari dirigenti nerazzurri …
Ancora una volta il calcio oggi ha perso e poca importa se ad una provinciale di Frosinone si è sostituita una Internazionale di Milano……speravamo che la lezione dell’anno scorso fosse servita, ma ripensando alle punizioni attribuite eravamo certi di come fosse stata servita, interpretata ed oggi eguagliata!!
Paolo Rizzo
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