Sempre a fronte alta – …E poi ci sono gli altri…
Rubrica di Paolo Rizzo.
C’è una regola, non scritta, nel quotidiano vivere, che quasi impone di parlare esclusivamente di ciò che conviene, di ciò che piace, di ciò che fa tendenza…e per il resto è meglio non pensarci, quasi che fosse superfluo, inutile, dannoso…
Però c’è anche chi dice no, come canta un certo Vasco Rossi da Zocca, ed allora incontri giusto quello che va controcorrente, che si crea nemici solo per il gusto di farlo, solo per uscire da una rotta prestabilita, che non porta da nessuna parte, solo perchè ci si rende conto che è bene fermarsi a guardare oltre il proprio naso e di ascoltare quello che non conviene a molti e che sicuramente è giusto per pochi…
Questo è il preambolo per anticipare una discussione che riguarda i tifosi di una squadra di calcio (ma qualsiasi altro sport non fa differenza) e cioè di quei personaggi che della professione di tifo ne hanno fatto una ragione di essere, una ragione di vita e con essa convivono giorno per giorno, comunque vada e dovunque si trovino.
Certo è difficile immaginare che un argomento del genere sia spunto di riflessione complessa ed articolata per una platea di gente che ritiene prioritari una mirdiade di altre argomentazioni che vanno dalla crisi economica mondiale, al razzismo, dal bullismo alla politica, dalla dieta alimentare all’impotenza giovanile….ma quella richiamata voglia di andare controcorrente stavolta ha colpito pure chi, come me, scrive per diletto e per passione e non si ritiene certo all’altezza di affrontare le tematiche che già altri affrontano, discutono e risolvono….
Tutti in carrozza quindi che ha inizio il viaggio.
Dei tifosi dicevamo e parliamo di quelli che se la propria squadra non vince ci stanno male una settimana, di quelli che sono pronti a sfidare chiunque per difendere i propri colori, di quelli che per la propria squadra hanno fatto una professione di fede che nulla e nessuno riesce a scalfire, di quelli che a differenza del politico che cambia casacca a piacimento di tasca e di poltrona, o dell’amante che cambia ragazza a secondo del suo colore di occhi o di capelli, si portano il proprio ideale sulle spalle per sempre, che neanche un diamante è così indissolubile…
Dei tifosi che programmano i matrimoni ed i battesimi in funzione del calendario della propria squadra, che raccolgono i soldi del biglietto centellinando l’euro per risparmiare il gruzzoletto, che aspettano che finisca la partita per uscire con gli amici, che subiscono il sarcasmo di chi li circonda quando c’è da affondare il coltello nelle carni, che non debbono più avere orari e giornate libere perché il dio del pallone cammina a braccetto con il dio denaro e questo significa che è stato imposto che non si giochi più la domenica alle quindici ma quando è attivo il telecomando e ci si rechi pure in culo alla balena, basta di raccattare pubblicità e sponsorizzazioni che oleino gli ingranaggi del palazzo…
Dei tifosi che quando sono presenti vengono etichettati come perditempo e nullafacenti che vanno appresso a questo pallone che non serve a niente ed a nessuno….quando non ci sono , vengono classificati come gente che non ha a cuore la squadra e che sicuramente non ha incassato i soldi dalla società per fare caciara….
Già i tifosi…che poi per fare una trasferta ci rimettono di tasca non sai mai quanto, che per sventolare una bandiera o portare al collo una sciarpa rischiano una coltellata alle spalle, che per seguire la squadra salgono su un pullman neanche revisionato e macinano kilometri come se niente fosse, che per essere sugli spalti marinano la scuola o spendono le loro ferie, che ci rimettono la giornata di lavoro e che prendono manganellate perché urlano così forte che danno fastidio, che accendono la loro passione pure per chi non lo merita e che una vittoria sul campo serve a dimenticare quello che è stato ed a sognare quello che sarà….
Di questo non se ne parla mai, perché non importa, perché non è cool ma neanche minestra, perché non fa audience e non coinvolge i follower, perché non significa niente e poi non è vero che le cose stanno così….
Già…voi la pensate così, ed io vado controcorrente in faccia ad una sporca realtà che sa di tanfo di treno o di sudicio sudore che si sprigiona quando l’adrenalina si fa a mille perché mentre tu sei sul tuo comodo divano, c’è qualcun’altro che si appresta a subire una carica o una sassaiola….
Il viaggio però non si ferma qui, ma continua ed allora risistematevi sulla seggiola che mi va di proseguire…
Già perché oltre ai tifosi – e non gli sportivi che sono poi quelli che seguono la squadra solo perché è d’uso comune e se ne parla anche in ufficio o a scuola –oltre ai tifosi, ci sono gli altri e cioè quelli che vanno pure oltre le regole e le usanze che conosciamo e di cui poc’anzi si è parlato, ci sono quelli che vanno ancora oltre quella soglia e non osano fermarsi…
….Ci sono gli altri….che sono quelli che non hanno mai il piacere di festeggiare una gioia sul campo, che per sorbarcarsi una trasferta a differenza degli altri debbono farsi dieci ore di pullman o di treno in più, che non viaggiano in aereo o in prima classe bensì in due su un sedile, che non fanno sosta al ristorante in vista della partita ma che il panino se lo sono portati da casa ed il tempo di addentarlo è già più duro della pietra, che anche l’ultimo goccio d’acqua lo dividono con il compagno di viaggio e di avventura, che mentre si mettono in viaggio prima della squadra e tornano a casa quando già la partita stessa è stata giocata e dimenticata……..
….Ci sono gli altri che sono quelli che sono sempre presenti, che sanno come trasformare la loro rabbia in un’amore sfrenato, che non si fermano mai perché la partita di domani è sempre più importante di quella di ieri, che aspettano un successo per trent’anni e non si lamentano mai, che sugli spalti si fanno sentire perché i ragazzi hanno bisogno di loro…..
….Ci sono gli altri che litigano con la ragazza, con la moglie o con chissacchì, per essere comunque presenti, che si riuniscono di notte e di giorno per preparare lo spettacolo sui gradoni che dura pochi minuti e che la gente non capisce mai poi a che serve e che cosa significa…..
….Ci sono gli altri….eppure nessuno se ne accorge…. perché fa più rumore un gorgheggio di un giocatore che sbuffa perché si sente solo o di un presidente che si lamenta perché l’incasso al botteghino non gli basta mai, piuttosto che la stanchezza e la delusione di un tifoso che torna da una trasferta a mani vuote, perché la sua squadra ha dimenticato di accendere il cervello prima e di attivare le gambe dopo….
…..Ci sono gli altri...che non partono nella speranza di vincere uno scudetto o una coppa dei campioni…ma che sperano che la loro squadra sudi la maglia ed onori la loro passione, che lotti sino alla fine per difendere quell’ideale che per un tifoso non sono soldi o televisioni, bensì semplici emozioni per un battito d’ali che lo porti in quell’olimpo dei vincitori per una effimera soddisfazione che svanirà, un attimo dopo essere apparsa, dopo un’attesa di chissà quanti anni, mesi, giorni, ore….
….Ci sono gli altri, eppure nessuno va in televisione e si scusa con loro perché gli è stata regalata l’ennesima boccata amara, l’ennesima delusione, l’ennesima sconfitta figlia non di una battaglia, ma di una rinuncia alla lotta, di un’ammutinamento della squadra contro l’allenatore o la società in virtù di non si sa nemmeno cosa….
Nessuno è in grado di dire niente a questa gente che dà pure l’anima a difesa di un ideale che è difficile da far comprendere e perfino da difendere…
….E poi ci sono gli altri che poi sono sempre gli stessi che finalmente sono tornati a casa dopo l’ennesima lunga trasferta e già parlano della prossima partita e della prossima trasferta…perchè per loro non c’è sosta …non c’è sconfitta….non c’è stanchezza….c’è solo amore….e scusate se per una volta non sono riuscito ad ignorarli pure io…
Paolo Rizzo
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