Sempre a fronte alta – La guerra del pallone…
Rubrica di Paolo Rizzo
Ancora una volta, la tanta attesa finale di Coppa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors non si è potuta disputare. Questa volta la causa sono stati gli incidenti provocati dagli ultras del River Plate che hanno deliberatamente assaltato il pullman dei giocatori biancazzurri con sassi, bottiglie e bastoni, tanto da provocare diversi feriti tra gli stessi atleti.
Le scene di guerriglia si sono susseguite in tutto il barrio di Boca e non sono bastati centinaia di lacrimogeni per disperedere la folla, scesa in strada per mostrare il proprio odio avverso il Boca Juniors.
Che la partita fosse fin troppo a rischio, lo sapevano tutti sin dal giorno in cui ambedue le compagini arrivarono in finale ed a scopo precauzionele fu vietata la presenza delle rispettive tifoserie in campo avverso. Ma ciò non è bastato e dopo i disordini dell’andata, c’è stato il replay accentuato nella vigilia del ritorno. Ricordiamo tra l’altro che anche le condizioni metereologiche avverse hanno provocato lo slittamneto delle date, ma le doccie di acqua fresca e naturale non hanno spento gli animi calienti delle due tifoserie.
I millonaros del River Plate (nomignolo derivante dal loro presunto status sociale), ribattezzati galline/polli dagli avversari, contro i Bosteros ( letteralmente sterco) del barrio di Baires che prendono invece il soprannome dalla loro povertà, che si espresse nel passato con una invasione di melma per le strade che invase finanche le case e che era venuta fuori dalle fogne cittadine.
Quella che forse si disputerà l’8 dicembre prossimo ( ultima data programmata) sarà l’epilogo non di una semplice partita, non di una semplice finale, ma l’affermazione di un popolo rispetto da un altro, che però abità all’interno della stessa metropoli da 3 milioni di abitanti, che diventano 12 milioni se aggiungiamo i vari distretti amministrativi, con ben 7 squadre militanti nella massima serie calcistica nazionale.
Più di una volta le cronache hanno raccontato di violenti scontri tra tifosi argentini, di feriti e di morti e chi sta lontano ha saputo condannare e disprezzare. Ma la ragione di tanta violenza e di tanto odio, affonda le radici in una condizione sociale precaria, in una voglia di rivalsa infinita, in un confronto che non si ferma alle parole, che va ben aldilà del calcio e dello sport, che forse solo chi ci vive, può in parte spiegare.
Il grande Gianni Brera definiva il popolo argentino….. parla italiano e si comporta come gli inglesi…”
Proprio mentre non si disputava il “classico”, a Genova andava in scena il derby della Lanterna che vedeva opposte il Genoa e la Sampdoria. Partita terminata in pareggio ma che ha dato la possibilità ai tifosi di dare sfoggio di una bellissima cooreografia e di ospitare anche esponenti di tifoserie gemellate come gli anconetani, i reggiani, i bulgari dello Sparta Varna per la sponda genoana, veronesi, marsigliesi e spezzini per la sponda doriana. Sul piano dell’ordine pubblico tutto è filato liscio anche se non sono mancati i cori e gli sfottò tra le due gradinate, ma vietare anche questo sarebbe da stupidi e cancellerebbe il sale dell’antagonismo.
Antagonismo che si è manifestato con cori pesanti e reiterati avverso la tifoseria napoletana presso gli stadi di Torino ( durante Juventus – Spal) e di Udine ( durante Udinese – Roma). Naturalmente sdegno e condanna è stata espressa da diversi rappresentanti politici e del mondo sportivo, ma è opportuno chiarire che casomai è proprio l’indifferenza l’arma migliore per spegnere queste polemiche e questo genere di comportamenti, già punite nel passato con provvedimenti restrittivi che hanno provocato sinanche la chiusura dei settori degli stadi ospitanti le colpevoli tifoserie ….ma non hanno contribuito a debellarli.
Da segnalare che proprio un gruppo di romanisti ( circa una cinquantina) sono stati fermati e denunciati per avere utilizzato biglietti del treno falsi per viaggiare e recarsi in trasferta dove era impegnata la loro squadra. Scoperti dalla Polfer, sono stati fatti scendere dal convoglio e rispediti a casa con una denuncia per truffa ai danni della RFI.
Di ben altro tipo di reazioni e di comportamenti si parla in occasione di una partita su un campo di terza serie dove si fronteggiavano due squadre di dilettanti come la Save Youth di Montepacini e la Real Cuprense. Al termine dell’incontro, disputatosi a Fermo, gli atleti di casa, con la complicità di qualche esagitato proveniente dalle tribune, hanno aggredito tanto i giocatori, quanto l’arbitro autori di una condotta – a loro dire – antisportiva e razzista….Insomma l’ennesimo parapiglia, il cui maggior danneggiato è stato l’arbitro di diciassette anni….
In linea con questa linea di pensiero e di agitazione a Darfo Boario Terme , hanno avuto occasione di incontrarsi esponenti della tifoseria laria e bresciana. La tranquilla cittadina della Val Camonica ha così assistito ad incontri di pugilato e lotta libera tra gruppi di ultras di Como e Brescia, molto restii a stringersi la mano, a causa di ruggini e rancori che risalgono agli anni ottanta e novanta. In quelle occasioni, era ad esempio il 1993, durante una accesa disputa, furono sparati razzi ad altezza d’uomo da parte dei comaschi e furono sottratti striscioni e pezze dai bresciani, come rappresaglia immediata.
Poco distante, in Francia, la scorsa domenica, e precisamente a Lione, ci sono stati altri momenti di tensione alla vigilia della partita tra i padroni di casa ed il Sant Etienne, che però erano privi della loro tifoseria a causa dei precedenti disordini verificatisi negli anni passati ed in particolare in occasione della partita del 5 novembre 2017, dove fu messa in atto anche una invasione di campo . Questa volta l’assenza del contendere ( i tifosi ospiti) ha subito spento i bollenti spiriti dei padroni di casa, che si sono dedicati ad una bella cooreografia all’interno dello stadio.
Frattanto giunge voce che in occasione della partita di ritorno di Champions League tra Napoli e Stella Rossa , sarà celebrato il patto di amicizia tra gli ultras campani e quelli serbi. A nulla quindi è valso il richiamo degli afficionados del Partizan che non vedevano di buon occhio questo tentativo di stretto comparato…..
Restando in Europa, chiudiamo, volgendo lo sguardo agli incroci delle tifoserie per le partite di coppa che in più di un occasione sono stati il pretesto per agitare gli animi…
Giunge già notizia che ad Atene, i tifosi di casa dell’AEK, siano stati attaccati dagli ultras dell’Ajax in maniera abbastanza virulenta, tant’è che anche la locale polizia è stata colta di sorpresa e si è dimostrata inadeguata a fronteggiare questa caccia al greco…Se questo è l’inizio, il bollettino degli scontri sarà sicuramente molto lungo…
Paolo Rizzo
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