La cattedrale
Articolo di Dario Romano
LA CATTEDRALE
Nel deserto.
Ogni volta, come un pellegrinaggio: LA MIA MECCA.
Oggi, come la PIRAMIDE a GIZA.
Perché il Barbera è vuoto?
Diceva Einstein che il problema di questo mondo è che ognuno di noi ha le proprie ragioni.
La causa principale ha la sua risposta spontanea: MZ.
D’accordo ma solo in parte.
Piuttosto: molteplici le variabili, poche le incognite.
IL PATRON
Molto teatro, tanto cabaret.
Ma lo spettacolo va in scena in campo.
Più trasparenza, gli esoneri giusti al momento giusto (De Zerbi e Tedino uguale retrocessione e mancata promozione), parole al vento, promesse da marinaio.
Troppo fumo: neanche le stigghiola.
LA GENERAZIONE
Dal 2004 al 2018.
I ragazzini di allora sono gli uomini di oggi.
Cresciuti a CORINI, TONI, MICCOLI e tutto il gregge del PASTORE.
Lo zoccolo duro del popolo ROSANERO è altrove.
L’esodo verso il lavoro promesso ha fatto tutto il resto.
Restano la chiesa al centro del villaggio, pochi villeggiatori ed un migliaio tra contestatori e VERI sostenitori.
LA DIRETTA
Un boomerang.
Puoi vedere il PALERMO quando vuoi e come vuoi, comodamente seduto in poltrona o su una panchina in viale del Fante.
Una differita per i match casalinghi avrebbe del buon senso.
Roba per ALTRI al di là delle Alpi.
LO STADIO
La nostra casa.
Bella e scomoda.
NOI ED IL PALERMO: i nostri CUORI e una CAPANNA.
Ma uno stadio deve intrattenere prima, durante e dopo il match.
Deve generare introiti h24 tutti i santi giorni compreso capodanno.
Parcheggi assenti, servizi scadenti, monete, ghiaccioli volanti e intemperie incombenti.
Togliete lo Stadium ai bianconeri e immaginateli al delle Alpi: a Napoli dopo Maradona ecco i nuovi santi.
REPORT
Già nel 2006 15.000 spettatori compresi gli abbonati per le gare non di cartello.
Negli anni ’80 e ’90 bastava vincere in trasferta ed era ressa.
Non credo che una nuova proprietà basti a colmare il vuoto.
Manca il senso di appartenenza, mancano i genitori che ti regalano la maglia del blasone piuttosto che NON ti entra davvero nel CUORE.
Non è una seconda pelle: sono penne, di Pavone.
Ma se ti trovi al posto giusto al momento giusto mentre il macedone si inventa la giocata al 90′ e il romeno la spinge dentro, beh…è tutt’altra cosa.
Allo stadio le penne sono d’AQUILA.
E soltanto lì ti sembrerà di VOLARE.
Dario Romano
Football History Administrator
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