“Errare è umano, perdonare è divino.” (Alexander Pope)
Articolo di DARIO ROMANO.
Un rigore ed un controllo a pochi passi dal portiere.
Le porte della Champions che si spalancano e si richiudono di colpo e la coppa maledetta.
Cesena e Venezia per Coronado sono l’Inter di Pastore.
Gioco pulito e carezze al pallone, volti puliti da bravi ragazzi e carezze dai tifosi.
Posavec alza la mano, vorrebbe dire qualcosa.
Ieri Igor si è ritrovato il difensore a chiudere sul lato buono, quello del destro magico.
Scarti l’ipotesi dello scarto al guardiapali, non provi il pallonetto perchè il terreno è infido e temi di metterla alta, ancora.
E si è fatto tardi: troppo veloce, troppo vicino.
Abbiamo visto i rosanero con diversi moduli, quest’anno.
La costante: manca sempre qualcosa.
La certezza: più forte il Palermo di Stellone.
Voleva vincerla, ci ha provato spaccando un Venezia ormai lungo con i cambi.
Tedino avrebbe dato coraggio ai lagunari: ha sempre avuto il braccino corto.
Eppure, si potrebbe muovere la scacchiera per fare scacco matto.
Penso a Rispoli: corsa da trattore, fiuto per il goal, capacità di inserirsi, fase difensiva okay.
Ma anche niente spunti, di saltare l’uomo non se ne parla, cross non calibrati.
Un futuro da mediano: lì spaccherebbe, come Rolando a destra.
Su Nino gli elogi si sprecano: una crescita costante.
Il ragazzo aveva bisogno di sentire la fiducia e di giocare.
E’ un leone: tra un felino chiuso in gabbia ed uno libero di scorrazzare per la savana c’è una bella differenza.
Come quella che ci separa dal Venezia, dal Frosinone, dal Cittadella.
La palla è rotonda, può succedere di tutto.
Ma questo Palermo è più forte, in campo e sugli spalti.
Adesso, è il nostro turno.
Domenica una carezza per Igor: ce la restituisce, con gli interessi.
Dario Romano.
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