CORSI E RICORSI
Articolo di Dario Romano
Il più forte di tutti, il sole, l’attesa, il peso, la pressione, le condizioni fisiche precarie, la visuale televisiva, il pallone alto.
Il calcio dà e toglie, come la vita.
Ma mi dispiace per Igor, come fu nel ‘94 per il Codino Nazionale.
Perché il calcio è anche crudele: spesso ai posteri resta solo l’immagine del campione in ginocchio a terra o con lo sguardo basso.
Ma se a Pasadena abbiamo sfidato il Brasile fino ai rigori o se abbiamo sperato nella promozione diretta nel nostro mondo rosa piuttosto che azzurro, lo dobbiamo soprattutto a loro.
Senza dimenticare che anche andati a segno questi tiri dagli 11 metri avrebbero cambiato ben poco.
Sarà playoff e arrivederci Frosinone.
Da un lato dispiace che debba precederci una squadra che abbiamo battuto al ritorno e quasi all’andata (la rete annullata a Rispoli resterà uno dei misteri stagionali).
Un po’ meno che salga un club con uno stadio nuovo: in questo la promozione è a pieni voti.
Una considerazione sulla location: Lucchese, Battipagliese, Sampdoria, Cesena.
La gara primaverile con temperature estive che ci porta amarezze.
Poi penso a Cappioli esultante che abbraccia la curva e capisco che è solo il caso.
E mi tranquillizzo considerando che l’eventuale finale la giocheremo fuori al ritorno.
È un dato di fatto: tra le fragilità di questa squadra c’è anche il fattore Barbera.
Uno stadio con una cornice rosa che non ha eguali: possibile che attiri soltanto i furbacchioni di turno?
A Londra Abramovich si prese il Chelsea perché folgorato dalla vista di Stamford Bridge dall’elicottero.
E allora vorrà dire che manderò foto e video a tutti i magnati della terra.
Ma attenzione: nel ‘95 per un Palermo-Cesena io ho pianto di gioia.
Non è più successo.
Perché a volte, quando si è poveri, un piatto di lenticchie ha un sapore così gustoso…
Dario Romano
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